“Contro la Xylella non si abbassi la guardia. Gli sforzi profusi per monitorare il vettore non siano vani: ognuno faccia la sua parte per la tutela del territorio, dell’agricoltura e del lavoro agricolo”. Così Pietro Buongiorno, Segretario Generale Uila Puglia commenta la decisione dell’Osservatorio Fitosanitario Regionale di prorogare al 10 luglio i trattamenti contro la sputacchina (Philaenus spumarius L.), rendendo di fatto obbligatorio un secondo trattamento in alcuni Comuni: Alberobello, Locorotondo, Ostuni, Carovigno, Martina Franca, Polignano, Castellana Grotte, Massafra, Putignano, Cisternino, Mola di Bari, Statte, Conversano, Monopoli, Taranto, Crispiano, Mottola, Fasano, Noci. Inoltre il trattamento deve essere eseguito obbligatoriamente anche nell’agro di Triggiano in quanto, nel monitoraggio 2022, sono stati individuati insetti vettori infetti da Xylella fastidiosa. Ritrovamento che confermò quello avvenuto nel 2019 sempre in agro di Triggiano da parte del prof. Porcelli grazie al sistema di trappole. Il numero di insetti vettori è in crescita nelle aree “Gioia” e “Murgia”, pertanto, anche in queste aree si consiglia fortemente di intervenire con il trattamento insetticida.
“In questi anni abbiamo registrato i grandi progressi che si stanno facendo sul tema Xylella che ahimè ci ha fatto assurgere a massimi esperti dell’argomento -ha affermato Buongiorno- il sistema della ricerca applicata nella nostra regione sta dimostrando tutto il suo valore, ma affinché le nozioni e le direttive della scienza diano frutto, ognuno deve compiere il proprio dovere andando a realizzare i trattamenti dovuti, in ossequio ai regolamenti ed alle circolari che normano l’azione di contrasto al vettore. Non possiamo perdere ulteriore terreno in una lotta che ci ha ormai portato a convivere con questa batteriosi che in 10 anni ha contagiato 21 milioni di piante, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio infetti. I danni provocati dal disseccamento rapido delle piante si riflettono oggi non solo sulla disponibilità di olio “Made in Italy”, (infatti nella provincia di Lecce si è registrato un crollo del 75% della produzione di olio di oliva ed in tutta la Puglia tra il 30% e il 40%), ma anche sull’ambiente e sul turismo, con interi uliveti trasformati in distese spettrali”.