“Tutelati i braccianti, reclutati da Coop senza terra . Grande risultato della Uila”

“Una misura che e premia il grande lavoro fatto dalla Uila e restituisce dignità ai lavoratori agricoli”. Così interviene il Segreterario Generale della Uila Puglia, Pietro Buongiorno a latere della conferenza stampa organizzata dalla Uila Nazionale, cui erano presenti anche la Ministra del Lavoro, Catalfo e il Presidente dell’Inps, Tridico, per la presentazione della circolare n° 56 emanata dall’Istituto di Previdenza.

“Con la circolare n°56 dell’Inps, illustrata oggi nella conferenza stampa tenutasi a Roma di fatto si risolvono una serie di ambiguità normative che abbiamo in questi anni denunciato, in particolar modo col crescere delle cooperative senza terra – spiega Buongiorno- molto spesso i lavoratori di queste aziende o cooperative come dir si voglia, venivano reclutati e pagati con stipendi da fame. Al danno si aggiungeva la beffa perché a volte, nonostante avessero prestato l’attività lavorativa, si vedevano disconosciute le giornate lavorate e di riflesso le prestazioni a supporto del reddito, ad esse collegate. Con la circolare si mette fine questa atavica questione, perché l’Inps chiarisce due aspetti fondamentali: il primo la distinzione tra attività agricole di raccolta, rispetto a tutte le attività connesse alla cura del ciclo biologico (aratura, potatura, ecc.), non ha più ragion d’essere e quindi la verifica deve essere svolta per far sì che capire se il lavoro effettivamente svolto sia agricolo oppure no”.

La seconda riguarda, invece, le conseguenze sui lavoratori di una eventuale riclassificazione delle aziende o delle cooperative operata dall’Inps come non agricole “Si stabilisce – continua Buongiorno – che i lavoratori devono mantenere il loro inquadramento e quindi usufruiscono di tutte le previdenze del settore agricolo, anche nel caso in cui la propria azienda dovesse essere riqualificata. Sulla base di queste precisazioni,  contenute questa circolare, i lavoratori che fino ad ora sono stati penalizzati da una riclassificazione del loro inquadramento previdenziale con la mancanza di erogazione e spesso anche col recupero delle indennità di disoccupazione percepite, potranno vedersi ripristinati tutti gli indennizzi, a prescindere dalle decisioni assunte dall’istituto nei confronti delle aziende dalle quali dipendevano”.