Al via i confronti tecnici in vista della presentazione, entro il 20 settembre, del Piano strutturale di bilancio che ha preso il posto della Nadef. Dal Mef: entro metà settembre il testo in Consiglio dei ministri. La manovra di bilancio per il 2025 potrebbe introdurre importanti novità per le famiglie, tra cui l’estensione delle agevolazioni per le lavoratrici madri autonome. Saranno ridefinite le modalità dell’assegno unico e saranno utilizzate risorse non utilizzate in precedenza. Tuttavia, il governo dovrà affrontare la sfida delle risorse limitate e delle regole europee.
E’ in arrivo in Parlamento a settembre il decreto delegato su Irpef-Ires: riorganizza queste due imposte per alcuni aspetti tecnici, ma soprattutto prevede l’arrivo a gennaio del Bonus Befana di 80 euro per i redditi più bassi, in attesa a regime di un intervento che alleggerirà le tasse sulle tredicesime.
Sulla riproposizione del taglio del cuneo, che vale poco meno di 10 miliardi, il primo intervento Irpef, stimato intorno ai 4 miliardi. Un ulteriore taglio, questa volta per l’aliquota Irpef che è ora al 35%, che si applica fino ai 50mila euro, costerebbe 1,1-1,2 miliardi per punto percentuale. L’intervento, che si ipotizza di due punti e quindi varrebbe sui 2-2,5 miliardi, è legato al successo del concordato preventivo biennale: i dati arriveranno però a fine ottobre, dopo il varo concreto della Manovra, e quindi sarà un decreto collegato a portare eventuali buone notizie per i contribuenti.
Bonus mamme lavoratrici
Quanto al capitolo famiglia, il bonus per le mamme lavoratrici con due figli vale solo fino a dicembre: sarà esteso e applicato anche alle donne che lavorano con partita Iva. Ma non si escludono altri interventi per sostenere la genitorialità e per contrastare la denatalità.
Pensioni
Il capitolo pensioni è quello su cui si ipotizzano interventi, ma solo dopo aver affrontato le priorità e le cosiddette spese indifferibili, come le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici. Al momento Quota 103 non ha ricevuto grandi adesioni e l’intenzione sarebbe quella di riproporla, insieme alle altre misure: l’opzione Donna, l’Ape sociale, la decontribuzione (il cosiddetto bonus Maroni) per chi rimane al lavoro dopo la scadenza dell’età pensionabile. Si valuta anche l’introduzione di una certa obbligatorietà per i versamenti del Tfr nei fondi pensione e l’allungamento delle finestre per chi va in pensione in anticipo. Più difficile che possano arrivare norme come Quota 41, molto voluta dalla Lega. Ma il confronto è appena cominciato.