“I braccianti agricoli unici esclusi dal bonus di 600 per aprile e maggio. Speriamo che l’indiscrezione sia una fake news e che si dia continuità agli interventi a sostegno del reddito già previsti nel Decreto Cura Italia di marzo. Chiediamo ai deputati e senatori pugliesi di dare voce alle istanze delle fasce più deboli dei lavoratori: siate responsabili e scongiurate il pericolo di una potenziale bomba sociale”. Così il Segretario Generale della Uila, Pietro Buongiorno commenta la lettera inviata dall’organizzazione sindacale ai parlamentari eletti nella circoscrizione pugliese e a tutti i Prefetti delle 6 province.
Il governo sta approntando un nuovo decreto-legge, che, secondo indiscrezioni, prevedrebbe una esclusione dei lavoratori agricoli dalla fruizione delle indennità a supporto del reddito.
Nella missiva si legge: “Abbiamo avuto circostanziata notizia dell’intenzione, quanto alle nuove misure allo studio, di escludere dal cosiddetto bonus (che a marzo era di 600 euro ma che è intenzione innalzare) tutto il settore dei lavoratori agricoli. E ciò, invero, senza alcuna giustificazione sostenibile, che possa fondare l’introduzione, in controtendenza rispetto al mese precedente, di un regime così gravatorio su quei lavoratori; per di più in assenza, con riguardo agli altri beneficiari, di qualsivoglia requisito reddituale o patrimoniale del singolo richiedente e/o del suo nucleo familiare”.
“La conseguenza, nella malaugurata ipotesi in cui venisse data concretezza a questo disegno -continua la nota a firma del Segretario Generale – sarà che fruiranno di tale fondamentale misura di sostegno (che sarebbe più giusto chiamare di sopravvivenza) persone che non ne hanno un reale ed impellente bisogno mentre ne resterebbero esclusi tout court i lavoratori agricoli. Proprio loro che, oltre a scontare una precarietà endemica con il tipo di attività, stanno sostenendo, in questo difficile periodo, costi ulteriori, a proprio esclusivo carico, per attenersi al rispetto delle prescrizioni di distanziamento, per esempio con riguardo al trasporto sul luogo di lavoro”.
“Non neghiamo – scrive Buongiorno- che una simile immotivata esclusione potrebbe avere conseguenze molto negative sul piano sociale: siamo concretamente preoccupati della reazione, probabilmente esplosiva, che realisticamente verrebbe da lavoratori abituati sì a sopportare la fatica quotidiana, ma che di certo non tollererebbero una simile palese violazione del principio di eguaglianza. Pensate a un bracciante agricolo che acquisisca la consapevolezza che, al contrario del suo datore di lavoro, coltivatore diretto, cui spetterebbe il bonus, forse anche maggiorato rispetto a marzo, non ha più diritto a quell’indennizzo da parte dello Stato”.
Così chiosa nelle conclusioni della sopracitata lettera: “La protesta si alimenterebbe durissima: e vogliamo pensare che in un frangente così drammatico questa sia l’ultima cosa auspicabile. Confidiamo nella condivisione di questi argomenti e in un fattivo intervento sui testi di legge per evitare una simile sperequazione a esclusivo danno dei più deboli all’interno del settore dell’agricoltura”.