“La filiera agroalimentare è una grande risorsa del paese e può rappresentare la vera scommessa per un rilancio economico e occupazionale. I numeri parlano chiaro e mostrano come il lavoro sia una componente fondamentale di questo settore. Su questa realtà e sulle possibili prospettive vogliamo avviare un confronto con le istituzioni e le forze sociali interessate”.
Così il segretario generale della Uila Stefano Mantegazza annuncia il convegno organizzato dalla Uila di Puglia a Bari il 15 novembre, che si aprirà con l’intervento del segretario regionale Uila Puglia Pietro Buongiorno e il saluto del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano e proseguirà con una tavola rotonda con la ministra per l’agricoltura Teresa Bellanova e i presidenti di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e di Federalimentare Ivano Vacondio sul tema “Il lavoro che cambia e si rinnova per un made in Italy etico e sostenibile”.
“Dalla produzione agricola alla ristorazione, passando per l’industria di trasformazione, la logistica e la distribuzione organizzata” spiega Mantegazza “l’agroalimentare è il primo settore economico italiano con un fatturato di 538 miliardi di euro (pari al Pil di Danimarca e Norvegia messi insieme), un valore aggiunto di 119 mld € e 3,6 milioni di occupati (18% del totale in Italia) in 2,1 milioni di imprese. Negli ultimi 20 anni il fatturato complessivo è cresciuto del 40%%, il valore aggiunto del 33%, l’occupazione dell’11%, con un vero e proprio boom dell’export +144%. Il settore fornisce, in particolare, un importante contributo all’occupazione giovanile (gli under 30 rappresentano il 18% del totale) e a quella femminile (le donne rappresentano il 62% degli occupati). Nella filiera agroalimentare allargata è impiegato il 29% del totale occupati delle regioni del Sud”.
“La sorpresa più gradita” aggiunge il segretario generale Uila Puglia, Pietro Buongiorno “è che i ricavi dell’agro-alimentare crescono più al Sud che al Centro-Nord, con un valore aggiunto che supera i 19 miliardi di euro. Una crescita di cui sono protagoniste filiere come il caffè, cioccolato e confetteria (+14% a fronte del -14% delle imprese del Centro-Nord), prodotti da forno (18% contro 5%), olio (21% contro -3%), gastronomia e piatti pronti (11% contro -6%). Un sistema strategico, quindi, per la nostra economia che va rafforzato per incrementare sviluppo e occupazione”.
“Sono questi i numeri da cui partire” conclude Mantegazza “per discutere di come cambierà il lavoro in un settore nel quale digitale, big data, intelligenza artificiale e blockchain determineranno cambiamenti strutturali. Affrontare problemi e opportunità che già si pongono è il modo migliore per costruire insieme una filiera sostenibile e di qualità nella quale il lavoro etico rappresenti un elemento centrale e imprescindibile”.