Eipli senza liquidità. Per attività e stipendi solo buoni propositi
Fai, Flai e Uila della Puglia: “Abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo in Prefettura, pensiamo sia giunto il momento che il MIPAAF svolga pienamente il proprio ruolo di vigilanza.
Costretti a sprofondare sempre più nello sconforto i lavoratori di EIPLI, l’Ente per lo Sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria di Puglia, Lucania ed Irpinia, con sede legale a Bari, già in liquidazione dal 2011. Mancano gli stipendi delle ultime due mensilità e le prospettive per garantire le attività e i servizi istituzionali svolti dall’Ente sono decisamente inquietanti. I 139 lavoratori rimasti in forza, solo nel mese scorso, erano riusciti a recuperare la mensilità di agosto ma ora sono ricaduti nell’incertezza più buia: all’annoso problema di liquidità, causato dal mancato pagamento dei servizi espletati, in capo ai clienti, tra i quali figurano Acciaierie Italia (ex ILVA) e AQP, ma anche soggetti come alcuni consorzi di bonifica di Puglia e Basilicata, si aggiungono le beghe burocratiche legate agli avvicendamenti commissariali che, in modo costante, da oltre dieci anni, costellano la vita particolarmente travagliata dell’Ente, senza giungere mai a una soluzione definitiva.
“Abbiamo chiesto la convocazione a Sua Eccellenza il Prefetto di Bari – affermano i sindacati confederali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil di Puglia- affinché si avviasse la procedura di raffreddamento a seguito del dichiarato stato di agitazione dei lavoratori e, soprattutto, vi possa essere un intervento diretto da parte del Governo nei confronti del Ministero dell’Agricoltura, dicastero con funzioni di vigilanza su Eipli”.
“Un’attività delicata -rimarcano i sindacati- l’Ente gestisce otto dighe, quattro traverse, le sorgenti del Tara e centinaia di chilometri di grandi reti di adduzione, con una capacità potenziale di accumulo, regolazione e di vettoriamento di circa un miliardo di metri cubi all’anno di acqua. Nel cosiddetto decreto crescita -spiegano Gagliardi, Frascella e Buongiorno, rispettivamente segretari generali regionali di Fai, Flai e Uila- è stata prevista la costituzione di una società per azioni a totale capitale pubblico. Tale attività, nonostante le enormi difficoltà, viene svolta con dedizione ed elevato spirito di sacrificio da parte dei lavoratori di Eipli, 70 dei quali operanti in Puglia (di cui 30 con un contratto specifico nel settore idraulico-forestale), sebbene il personale sia sottodimensionato a causa di numerosi lavoratori andati in pensione, anche ad opera di “quota 100”, e non sostituiti attraverso una logica di turnover: solo pochi mesi fa le unità lavorative operanti erano 155”.
“La preoccupazione più grande -concludono i sindacalisti- è per le numerose famiglie monoreddito che senza soldi non riescono a mandare avanti la famiglia. In alcuni casi estremi la disperazione li ha spinti fino a chiedere un minimo di sostegno ai Servizi Sociali dei rispettivi Comuni di residenza, diversamente sarebbero stati preda di strozzinaggio o di ambigui personaggi che lucrano su un evidente stato di bisogno. E’ giunto il momento di chiudere una partita vergognosa che dura da un quarantennio – insistono i tre segretari – l’Eipli deve essere rimessa nella giusta carreggiata. Ad ognuno la propia responsabilità, a partire dai livelli nazionali di governo, sperando che la politica regionale non giri la testa dall’altra parte. E’ il momento di fronteggiare antiche inadempienze e dare risposte e certezze nei tempi e nei modi previsti dai contratti nazionali e soprattutto dalla legge”.