EIPLI, LA UILA LANCIA L’ALLARME E SCRIVE AL MINISTRO: “A RISCHIO GLI STIPENDI DA GENNAIO”

Stretto tra la morsa dei pignoramenti (già notificati), i mancati pagamenti dell’acqua dell’ex Ilva e una legge che non arriva, l’EIPLI rischia il collasso. A lanciare l’allarme il Segretario Generale della Uila di Puglia, Pietro Buongiorno che oggi ha interessato il Ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, con una lettera che ripercorre le traversie che l’ente, commissariato dal lontano 1979, ha vissuto e continua a vivere, costringendo quasi 200 dipendenti (150 unità lavorative a tempo indeterminato e circa 45 unità a tempo determinato) a lavorare in un clima di incertezza.

Buongiorno nella sua nota ricorda che l’Eipli riveste ad oggi un ruolo non secondario nella fornitura all’ingrosso di acqua non trattata per usi potabili agli acquedotti Pugliese, Lucano e al Consorzio Jonico-Cosentino in Calabria. Gestisce otto dighe, quattro traverse, le sorgenti del Tara e chilometri di grandi reti di adduzione con una capacità potenziale di accumulo di circa un miliardo di metri cubi l’anno di acqua, oltre ad alimentare importanti siti industriali, quali l’Acquedotto Pugliese e la Fca di Melfi. Al danno si aggiunge la beffa: da quando è scoppiato il caso AncelorMittal l’acciaieria di Taranto non paga l’acqua utilizzata, aggravando la situazione già ampiamente compromessa dell’Ente.

“Tutti conoscono la storia dell’Ente che, ormai, si trascina da quarant’anni – scrive il Segretario Generale della Uila di Puglia –  a preoccupare  sono le ultime dichiarazioni del Commissario, dott. Antonio Altomonte, posizioni poi ribadite agli stessi rappresentanti sindacali che avevano richiesto un incontro per conoscere lo stato dell’arte.  Nel corso della riunione, svoltasi presso la sede Eipli di Bari, Altomonte ha comunicato la preoccupante crisi finanziaria in cui verte l’Ente, facendo chiaramente riferimento all’imminente notifica di pignoramenti nei confronti della tesoreria dell’Ente, per una somma superiore ai 50 milioni di euro. Ha, quindi, paventato una paralisi delle attività ad oggi svolte, con il conseguente blocco del pagamento degli stipendi a partire dal Mese di Gennaio 2020.  A questo fa eco l’allarme lanciato dal Sottosegretario alle Infrastrutture, Salvatore Margiotta, che ha avanzato l’idea della Società pubblica dell’acqua del Mezzogiorno,  definendo ‘indispensabile porre fine alla sopravvivenza dell’Eipli’.”

Al centro delle priorità, quindi, Pietro Buongiorno pone il destino dei 195 lavoratori che potrebbero, già da gennaio, non ottenere il pagamento degli stipendi. “Egregio Ministro la Uila vuole palesarle le ragioni dei dipendenti, a tutti i livelli, già mortificati dalla situazione in cui versa l’Ente (chiuso e messo in liquidazione dal lontano 1979), e ciò nonostante dediti a svolgere il proprio lavoro con responsabilità e abnegazione, non vedendo essi stessi concretizzarsi nessuna possibilità di valorizzazione del proprio profilo professionale”.

Un capitolo a parte, secondo l’organizzazione sindacale, meritano le relazioni sindacali che si sono susseguite negli anni, e mai vocate alla concertazione. “Non a caso – chiarisce il Segretario- i lavoratori sono stati costretti, per vedersi riconosciuti i propri diritti, a ricorrere alle vie giudiziarie, a causa della dilagante disapplicazione del Contratto Integrativo Idraulico-Forestale: la Uila ha più volte sollecitato, mediante missive, la piena applicazione dello stesso. Numerose sono le sentenze che hanno palesato la non corretta interpretazione del contratto, confutando le  posizioni dell’Ente in sede di giudizio”.

Quindi l’appello al Governo: “Siamo certi che sia necessario un immediato cambio di passo, che tuteli un Ente così importante per il nostro territorio. Siamo a chiederle la massima attenzione sull’argomento alla luce dell’immediato blocco delle attività con la conseguente messa in discussione degli emolumenti per circa 150 lavoratori e le loro famiglie. Si vocifera della nomina del nuovo commissario, da parte del suo dicastero, che raccoglierà il testimone di Altomonte, ma le chiediamo di capire se siamo in presenza di un passaggio obbligato, in attesa della costituzione della nuova società, oppure di un proseguimento dell’attività dell’Ente oggi esistente e soprattutto come si collocano i lavoratori in tutto questo”.