Entra nel vivo l’iter per la sottoscrizione del rinnovo del CCNL Operai Agricoli e Florovivaisti che scadrà il prossimo dicembre.
Fai, Flai e Uila hanno elaborato l’ipotesi di piattaforma da sottoporre al vaglio delle lavoratrici e dei lavoratori, con assemblee nei luoghi di lavoro e attivi provinciali che si sono tenuti in tutte le provincie pugliesi. Un contratto che coinvolge circa 172mila solo nella nostra regione.
L’attivo regionale pugliese si terrà a Bari, presso la sede regionale della Cgil Puglia, il prossimo lunedì 20 settembre in cui verranno esaminate le proposte di emendamento scaturite nell’ambito delle consultazioni svolte nel territorio. Le stesse saranno successivamente trasmesse alle Segreterie Nazionali, in previsione dell’Attivo Nazionale che si terrà a Roma il prossimo 30 settembre.
I lavori saranno presieduti dai Segretari Regionali di Fai, Flai e Uila, Frascella, Gagliardi e Buongiorno. Intervento conclusivo affidato a Enrica Mammuccari, Segretario Nazionale Uila.
La situazione in cui si iscrive l’azione sindacale vede il comparto agroalimentare segnare numeri da record che trascinano la ripresa dell’economia nazionale (oggi stimata al +5,3%). Durante il lockdown il settore ha dimostrato la sua resilienza: nel 2020 le vendite al dettaglio (sono cresciute del 5,4% rispetto al primo quadrimestre 2019), l’export è aumentato di un punto percentuale toccando quota 7 miliardi, mentre le importazioni sono diminuite del 2%.
Il paradosso è che il comparto bracciantile è sempre più in difficoltà. Nel 2020, a livello nazionale, gli occupati sono diminuiti di 18mila unità; solo in Puglia la diminuzione è superiore a 6mila unità. E, ad aggravare la congiuntura negativa, c’è il decremento del numero delle giornate, cui non fanno eccezione i territori pugliesi.
Solo le province di Foggia e Brindisi, rispetto al 2019, hanno perso 55mila giornate la prima e 11mila la seconda. Lecce, anche quest’ultimo anno, ha registrato una contrazione di giornate lavorate, perdendone 11.619. Per il Salento queste cifre vanno, tuttavia, inquadrate in un arco temporale ben più ampio, per far capire bene gli effetti che la Xylella ha prodotto nell’area: tra il 2016 e il 2020 sono state perse ben 258.091 giornate di lavoro e quasi 4mila braccianti.
A preoccupare il dato consolidato negli anni del numero di lavoratori che prestano la propria attività per un numero inferiore alle 10 giornate annue che rappresentano il 14,03% del totale della forza lavoro, nonché il dato complessivo relativo a coloro che lavorano per meno di 50 giorni all’anno che rappresentano il 33,04% di tutti i lavoratori agricoli a tempo determinato: la maggior parte di questi lavoratori sono sprovvisti delle tutele minime assistenziali e previdenziali.
Il futuro dell’agricoltura si gioca anche sulla capacità di mettere in rete le aziende virtuose affinché possano innescare una spinta propulsiva per un’agricoltura attenta alla qualità del lavoro, oltre che delle produzioni.
Partendo dall’ascolto dei lavoratori, nelle assemblee aziendali svoltesi nei territori, Fai, Flai e Uila hanno elaborato la piattaforma contrattuale che mette al centro il lavoro agricolo, rafforzando l’alleanza tra sistema di imprese e sindacato, per assicurare un mercato del lavoro capace di dare nuove risposte alle sfide ed alle esigenze di un sistema agricolo in evoluzione, consapevoli che il miglioramento delle condizioni normative ed economiche dei lavoratori incrementerà contestualmente la competitività aziendale.