Arif, i sindacati confermano lo sciopero: “La Regione sconfessa se stessa”

Il 20 gennaio scorso, Fai, Flai e Uila hanno formalmente chiesto al Presidente Emiliano di essere convocati presso la Presidenza per avere un confronto sulle scelte che riguardano l’ARIF, l’Agenzia strumentale regionale per le attività irrigue e forestali. Posizioni che le organizzazioni sindacali ritengo diametralmente opposte a quelle concordate nei diversi incontri susseguitisi in questi anni e che sono state oggetto, tra alti e bassi, di un confronto ritenuto da entrambe le parti costruttivo. Non avendo ricevuto alcun risconto alla comunicazione del 20 gennaio, i sindacati di categoria hanno così indetto una giornata di protesta per il prossimo 31 gennaio.

“Sulla base di quelle che sono le norme regionali che regolano la tipologia contrattuale -fanno sapere le tre sigle sindacali- ed in particolare la legge n. 3/2010, istitutiva dell’ARIF, stiamo registrando un totale cambio di rotta della politica di questa Regione, in controtendenza alla specificità delle attività idraulico-forestali, che lo stesso legislatore regionale nel 2010 aveva coerentemente previsto con la contrattazione oggi applicata ad oltre il 90 per cento dei dipendenti in forza presso l’Agenzia.  L’occasione di un incontro in Presidenza – precisano le Segreterie Regionali di Fai, Flai e Uila – vuole essere anche un momento per fare chiarezza su questioni relative al processo di stabilizzazione del personale precario, al Piano Triennale dei Fabbisogni, alla Pianta Organica e al rinnovo del Contratto Integrativo regionale scaduto nel 2016, sebbene su quest’ultimo vi sia stata in questi anni una pantomima anche sull’insediamento del tavolo negoziale, prima insediato poi risultato nei fatti privo di autonomia negoziale.

Le procedure per la stabilizzazione del personale impiegatizio a tempo determinato, dopo due anni di tavoli tecnici e di incontri sindacali sulle procedure da mettere in atto oggi risultano completamente stravolte – continuano i Segretari- nell’incontro del 05/11/2019 Arif si era impegnata ad effettuare l’acquisizione della documentazione individuale attestante l’appartenenza di ciascun lavoratore ai gruppi oggetto della ricognizione effettuata dalle OO.SS, come risultante dallo stesso verbale del 05 novembre scorso. Ad oggi, invece, non siamo ufficialmente a conoscenza nè dell’esito della ricognizione, nè del nominativo del RUP, seppur richiesto formalmente. Nella riunione del 3 gennaio avevamo quindi chiesto al Commissario Ranieri di convocare le organizzazioni sindacali per informare dell’esito della ricognizione in anticipato rispetto alla informativa sul piano dei fabbisogni, cosa non avvenuta.

“In realtà, non siamo stupìti – ribadiscono le tre sigle sindacali- più volte abbiamo siglato accordi sindacali, puntualmente disattesi e, non di rado, per il loro rispetto abbiamo dovuto fare ricorso ai giudici del lavoro. Quello che fa specie, invece, è che la convocazione del 3 febbraio a firma del Commissario Ranieri per l’informativa sul Piano triennale dei fabbisogni, giunge dopo la nota unitaria inviata al Presidente Emiliano. Un maldestro tentativo di smorzare l’effetto della protesta proclamata per il 31 gennaio prossimo che, ovviamente, rimane confermata. Come fa specie il comunicato stampa di ieri (25 gennaio), dello stesso commissario Ranieri e del sub commissario Damiani, che annunciano il risultato relativo al processo di verifica dei requisiti ex art. 20 comma 1 D.Lgs. n. 75/2017 a mezzo stampa: altro che relazioni sindacali a ritmi incalzanti!”.

 

“Non vi è dubbio che le norme vigenti vadano pienamente applicate – insistono Fai, Flai e Uila – le stesse norme regionali recitano il vincolo della tipologia contrattuale di riferimento: basti pensare all’ex art. 12 della L.r. n. 3/2020 (istitutiva), o a quelle richiamate ex art. 72, L.r. n. 67/2017, o ex art. 6, L.r. n. 33/2017. Giustificare il ricorso alla tipologia contrattuale di tipo pubblico per arginare l’elevato contenzioso legale esistente in ARIF, risulta quantomeno pretestuoso dal momento che la litigiosità legale si equivale (tanto da essere dimostrabile), ma soprattutto è la Regione che sconfessa se stessa, anche di fronte ai pronunciamenti della propria Avvocatura regionale”.

 

“Pertanto -concludono i Segretari Regionali – Fai, Flai e Uila sono pronte a continuare con il confronto costruttivo come hanno sempre fatto, facendo comunque salve le prerogative sindacali, a patto che vi sia una piena ed oggettiva volontà nel fare chiarezza in un Ente pubblico particolarmente bisognoso di gestione limpida in tutti i suoi processi. Non a caso da tempo l’Agenzia è attenzionata dalla Magistratura, alla quale tutti guardiamo con piena fiducia e affidamento”.