“In Puglia con l’avvento della stagione delle grandi raccolte torna in auge l’emergenza abitativa dei migranti, come sta avvenendo nei Comuni interessati dalla raccolta delle ciliegie. Pur ritenendo il rispetto della legalità principio imprescindibile che norma il vivere sociale, come il rispetto dell’ordine pubblico e delle regole di convivenza, le ultime prese di posizione della sindaca di Turi mal si conciliano con la decisione di un’intera amministrazione di rinunciare a oltre 4 milioni di euro di fondi del PNRR per risolvere una volta per tutte il problema”. Così il Segretario Generale Uila Puglia, Pietro Buongiorno commenta gli ultimatum della sindaca affidati ai social: “Come organizzazione sindacale siamo per il rispetto delle regole e ci battiamo quotidianamente per l’affermazione di un lavoro agricolo di qualità rispettoso dei contratti e delle leggi sociali. Ritenevamo che i 114 milioni di euro previsti dal PNRR per il superamento degli inserimenti informali dei migranti in Puglia fossero un segnale di attenzione importante del Governo anche per dare risposte al fenomeno del Caporalato. Abbiamo partecipato, quindi, con interesse alle numerose riunioni che si sono svolte in Prefettura in questi ultimi mesi ed abbiamo valutato positivamente l’approccio transdisciplinare della Regione che nell’affrontare un problema complesso legato all’emergenza abitativa dei migranti, ha coinvolto il Politecnico per supportare le amministrazioni comunali nella fase della redazione dei Piani Esecutivi nell’ambito dei Fondi del PNRR. Ciò non è bastato, evidentemente, vista la scelta di molti Comuni di rinunciare a fondi già assegnati. Tra questi annoveriamo proprio il Comune di Turi che ha deciso di non attivare progettualità da oltre 4 milioni di euro per superare in modo definitivo questa divisione netta tra i centri urbani e gli insediamenti di fortuna, una diatesi che non è solo fisica, ma anche culturale ed identitaria”. Buongiorno così conclude: “Purtroppo i nostri timori si sono avverati e si sono perse risorse importanti: si sarà costretti a lavorare nell’emergenza”.