ARIF PUGLIA, PREMIO PER OBIETTIVI 2022: SIGLATO IL VERBALE. SODDISFATTA LA UILA

“Soldi freschi nelle tasche dei lavoratori che contribuiscono con il loro impegno e la loro competenza alla salvaguardia e alla tutela del Territorio Pugliese”. Così il Segretario Generale della UILA di Puglia, Pietro Buongiorno commenta la firma di ieri dell’accordo sottoscritto tra UILA, FLAI, FAI e ARIF per la definizione del premio per obiettivi 2022 per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico -forestale e idraulico-agraria della Regione Puglia.
Il premio sarà riconosciuto ai lavoratori per un importo pari al 7% del salario lordo annuo individuale. L’intera somma spettante verrà erogata in favore degli aventi diritto, in unica tranche, al trattamento retributivo maturato alla conclusione del ciclo delle performance 2022. L’individuazione degli obiettivi è volta all’ottenimento del miglior efficientamento delle attività dell’Ente e all’effettiva verifica dei risultati conseguiti.
“Nell’interlocuzione con ARIF – continua Buongiorno – stiamo continuando a portare avanti la questione, per noi prioritaria, del superamento del lavoro interinale con l’istituzione di un tavolo permanente volto ad individuare gli strumenti utili per la stabilizzazione del personale. In un momento storico nel quale si parla di preservazione del patrimonio di biodiversità della nostra terra, della valorizzazione e tutela di boschi e foreste e di una quotidiana lotta volta a contrastare la diffusione del batterio della Xylella, occorre dare qualità al lavoro forestale, offrendo una prospettiva di futuro a quanti profondono un impegno a difesa del nostro territorio.” Il Segretario Buongiorno elabora, quindi, una riflessione sul ruolo del lavoro forestale per la valorizzazione di un intero comparto: “Si parla tanto oggi di sovranità alimentare, ma dimentichiamo che siamo tra i primi produttori di mobili e tra i primi importatori di legno, nonostante il patrimonio boschivo.

IL PATRIMONIO FORESTALE PUGLIESE – Il patrimonio forestale regionale, secondo quanto rilevato in occasione del Terzo Inventario Forestale Nazionale (INFC, 2015), ammonta a circa 191.738 ettari, di cui 142.349 ettari considerati “bosco” e la restante superficie di 49.389 ettari classificata come “altre terre boscate”, quasi esclusivamente caratterizzate dalla macchia mediterranea. Così come riscontrato a livello nazionale, anche in Puglia si registra un incremento della superficie forestale, pari a circa 13.000 ettari, rispetto al dato rilevato in occasione del precedente Inventario Forestale.
Le foreste sono dei serbatoi naturali di carbonio (carbon sink) e contribuiscono più o meno significativamente alla mitigazione dei cambiamenti climatici. Secondo le stime eseguite con i rilievi dell’INFC, i boschi pugliesi contengono complessivamente 6.538.510 tonnellate di carbonio, con una media di 45,9 tonnellate ad ettaro.

LA POSIZIONE DEL SEGRETARIO GENERALE UILA PUGLIA, PIETRO BUONGIORNO PER IL RILANCIO DEL COMPARTO: “Come sistema paese siamo indietro nella valorizzazione del patrimonio boschivo anche in termini di sfruttamento economico e di rilancio delle aree interne e montane. Dal punto di vista socioeconomico in Europa lo sfruttamento delle foreste genera risorse, soprattutto legname. Dei 161 milioni di ettari di foresta, 134 milioni sono disponibili per la produzione di legno (questo utilizzo non è limitato da restrizioni legali, economiche o ambientali). Il settore forestale (silvicoltura, industria del legname e della carta) rappresenta circa l’1% del PIL dell’Unione, valore che in Finlandia può arrivare al 5%, e dà lavoro a circa 2,6 milioni di persone.
Ci sono, in particolare, 5 settori strategici che puntano sulla sostituzione dei prodotti fossili: prodotti legnosi ingegnerizzati; schiume e isolanti di legno; bio-plastiche; compositi a base di legno; prodotti bio-tessili. Il mercato sta imponendo alle multinazionali materiale bio-sostenibile e ciò sta facendo sì che i nostri bambini giocheranno con mattoncini a base di legno o indosseranno sneakers a base di schiume di legno.
Affermando la sua centralità sul mercato il comparto, potrà quindi rilanciare il lavoro forestale. Tuttavia per affermare questa centralità di cui parlavo poc’anzi, per dirla con le parole del prof. Davide Pettenella (Professore Ordinario di economia e politica forestale, Università degli Studi Padova) è necessario un cambiamento di paradigma passando da “una politica volta ad ampliare e ricostruire lo stock di risorse con un’attenta politica di controllo dei prelievi e dei cambiamento di uso del suolo” ad una strategia che punti a ‘gestire attivamente e nei limiti delle esigenze di tutela ambientale, produrre e creare lavoro anche per ridurre i costi di protezione’. Ad una politica dei vincoli, ad una politica che privilegi le partnership e la promozione, più che i divieti ed il mero controllo. Vale quanto affermiamo con il caporalato: serve accompagnare ai controlli, la valorizzazione di una corretta gestione che porta impatti impositivi sia sui territori che sulle comunità che vi risiedono. Lo Stato sino ad ora si è preoccupato di mettere su un apparato di controllo imponente, ma non ha mai pensato a come valorizzare una risorsa che altri paesi sfruttano meglio (se non appieno)”.